Biblioteca comunale di Taviano
La biblioteca comunale "Martino Abatelillo" di Taviano, benchè sia stata istituita solo nel 1987, affonda le sue radici nel Cinquecento, quando quattrocenteschi incunaboli ed edizioni pregiate di quel secolo alimentarono le collezioni librarie sia di una piccola corte feudale, quella dei de Franchis, sia di uno studium teologico-filosofico francescano.
Le prime notizie della biblioteca risalgono ad una relazione stilata nel 1887 dal Regio delegato straordinario avvocato Girolamo Congedo, il quale, attendendo al recupero di documenti necessari all’Archivio comunale in alcuni locali dell’ente, si imbatté in una raccolta di libri, dei quali solo successivamente ne conobbe la provenienza.
Dopo il riordino e la sistemazione del materiale librario, effettuato dallo stesso Regio delegato con l’aiuto del maestro elementare Luigi Caroli e del sacerdore Ambrogio Mosco, le raccolte librarie furono sistemate in una sala del vecchio Municipio e il 20 aprile dello stesso anno venne nominato il maestro Calorì in qualità di bibliotecario.
Il sogno di istituire una biblioteca comunale però ben presto naufragò a causa di diversi problemi che nel frattempo erano sorti: la conclusione dell’incarico del Congedo nel maggio 1887, l’elezione del nuovo Sindaco, l’insediamento del nuovo Consiglio Comunale e il più urgente problema dell’istruzione primaria fecero sì che, solo dopo pochi anni, gli antichi testi a stampa dei frati Riformati, che avrebbero dovuto costituire il fondo antico del costituendo istituto bibliotecario, furono dimenticati.
Il materiale librario del fondo antico proviene per la maggior parte dal Convento dei frati Riformati, ordine religioso che iniziò a diffondersi, a partire dal 1514, dapprima a Galatina e Gallipoli e, successivamente, su tutto il territorio salentino: verso il 1643 a Taviano sorse, per esplicito volere del marchese Andrea de Franchis e di sua moglie Luisa Caracciolo, un convento intitolato a Sant’Antonio di Padova al cui interno si insediò uno studio provinciale di seconda classe che rifletteva il milieu culturale e storico-ecclesiastico che lo avevano determinato. Data l’importanza della sfera pedagogica e di quella educativa dello studium teologico-filosofico francescano, le opere a stampa che i frati ebbero cura di inserire nella loro biblioteca erano prevalentemente di carattere teologico, filosofico e scientifico; non solo, grazie alla devozione che i de Franchis dimostrarono nei confronti dei Riformati e di altri illustri donatori come padre Antonio da Tutino, padre Antonio da Alliste, padre Tommaso da Maglie, padre Gianmichele da Matino, l’originaria biblioteca di circa 32 volumi ebbe modo di crescere sino ad ospitarne circa 2.000 dei quali due erano incunaboli, arrivando a comprendere anche opere di carattere magico, proibito ma anche di taglio letterario, di carattere anticlericale e di autori salentini.
Se il convento dei frati Riformati di Taviano riuscì a resistere ai provvedimenti disciplinari del 1809, purtroppo non venne risparmiato durante la seconda soppressione quando il 29 giugno 1869 tutti i beni di proprietà dell’istituto religioso passarono al Comune ed i volumi, nel frattempo spostati in locali del Municipio, vennero lì dimenticati, in attesa della loro scoperta da parte dell’avvocato Congedo.
Il patrimonio antico che vi è oggi conservato è di 491 volumi e comprende 2 incunaboli, 47 cinquecentine, 203 edizioni del XVII secolo e 220 del XVIII.